Il Trionfo della Vita

Che cosa è avvenuto? Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte.

Nei lunghi giorni di forzata chiusura un caro fratello di questa parrocchia ha scritto questa icona che oggi affida al nostro amore e alla nostra preghiera. Si tratta di un soggetto del tutto originale, nato dalla sua esperienza di Cristo, che io ho intitolato: Il Trionfo della Vita.

Ad ognuno di voi questa immagine suggerirà qualche cosa, io vorrei solo comunicarvi ciò che ha donato a me.

– Anzitutto l’attenzione si focalizza sulla spaccatura nelle rocce, e sull’abisso nero che si apre sotto di essa. è la voragine che scaviamo tra noi e la vita di Dio, tra noi e gli altri, tra noi e la felicità. Il risultato? Una totale oscurità, una notte senza stelle. Il Figlio di Dio sa di questa notte, la conosce, scende in questa profondità fino all’ultimo gradino dell’esistenza umana. Per questo nell’oscurità si staglia, scritto in rosso, il suo nome santo: IC XC, dinanzi al quale ogni ginocchio si piega, sulla terra e sotto terra.

– In questa oscurità avviene un incontro: il Figlio di Dio è sceso per liberare ogni uomo smarrito come una pecorella spaurita. Sulle spalle di Cristo brilla una stola d’oro, segno del suo sacerdozio regale, che si manifesta nella liberazione dell’umanità decaduta. Tutto il Corpo di Cristo è al servizio di questa missione di salvezza, per questo è dipinto completamente chinato, quasi rannicchiato sulla pecorella. Le sue mani la accolgono e stanno per abbracciarla, segno dei sacramenti della Chiesa, attraverso i quali Cristo continuamente tocca e sana la nostra umanità ferita. I suoi piedi hanno percorso un lungo cammino per trovarci e meritano l’elogio riportato dal profeta Isaia: “come sono belli i piedi di coloro che portano una lieta notizia”.

– Infine lo Sguardo. Quello di Cristo incrocia quello della pecorella e sembra dirgli le stesse parole del cantico: “tu che stai nelle fenditure della roccia,

nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». Ecco il segno di amore più grande: la presenza del figlio di Dio trasforma l’abisso della lontananza in un nascondiglio di amore dove esser trovati da Lui e dove gustare la sua tenerezza.

O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa’ che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione.

Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.